Caro Don Marco
Quattro anni di presidenza della Grangia sono stati pochi, troppo pochi, eppure lunghi, lunghi ed intensi, ricchi di episodi e di volti.
Ci viene spontaneo fare l’elogio della tua leggerezza, del tuo dire cose profonde con il sorriso sulla bocca, del tuo osare sognare grandi cose con l’umiltà di un ragazzo.
Se l’amore di un uomo si vede dalla capacità di abbracciare un bambino, tu hai amato i nostri figli
Se l’amore di un pastore per le sue pecore si vede dalla commozione nel celebrarne la partenza da questa terra, tu hai amato le tue pecore.
Se l’amore di un fratello si vede dalla capacità di accogliere fratelli e sorelle di diverso colore della pelle, tu hai amato tutti i tuoi fratelli, anche quelli arrivati da molto lontano.
Ciò che è dato è dato, ciò che è stato ricevuto è ormai parte di te, di noi; puoi andare ora, per le altre strade dove ti chiamano.
Caro Marco, ti salutiamo con l’augurio di farti continuamente sorprendere da nuove vette immacolate, che non saranno sempre quelle, bellissime, delle nostre amate montagne, ma anche quelle davanti a cui ti metteranno tante nuove pecorelle bisognose di un pastore.
GRAZIE! Gli amici tutti della tua Grangia.
Grazie Don Marco
